Restate a casa, dal diario di una quarantena


Il silenzio di questi giorni mi colpisce particolarmente, l’aria la trovo più respirabile, più pulita e leggera. La primavera che avanza e si fa spazio, incurante di tutto quello che sta passando, conosce bene il valore del Tempo e della ciclicità della Vita. Il sole inizia a scaldare, avresti voglia di uscire fuori a fare una passeggiata e, invece, per le strade risuona, come un monito, la voce: “restate a casa”.

Restate a casa, ma in quale casa mi chiedo? Molti pensano che la casa sia il posto in cui abitualmente si vive, fatto di mura domestiche, di ambienti, delle persone e degli oggetti a noi cari.

Ma se la casa in cui dobbiamo restare o rimanere fosse, invece, la “casa della nostra interiorità”? Ognuno di noi, forse, dovrebbe tornare nella propria “casa interiore”, nel proprio Cuore, nella propria Anima.

E se ci fossimo decentrati e allontanati dalle cose veramente importanti della vita?

Se avessimo avuto bisogno di tutto questo trambusto, del dolore, della sofferenza e della paura di tante persone, causato da un piccolissimo, microscopico virus, Covid -19, (detto anche “Corona virus”) per risvegliarci?

Il chakra della Corona è il 7° chakra, “Sahasrara”, che rappresenta l’unità con la Coscienza multidimensionale. Si colloca sulla sommità del capo, dove da neonati si trova la “fontanella”. È il nostro collegamento con il Divino. È la nostra unità con la Vita. Governa la Coscienza Cosmica che è la nostra connessione alla Saggezza Spirituale, alle aspirazioni e alla conoscenza della Verità. Noi siamo una scintilla della Coscienza che crea tutto e paradossalmente è “Tutto”. E siamo tutti profondamente interconnessi tra noi.

A questo punto ho come la netta sensazione che ci fossimo tutti quanti un po’ persi nel caos della vita, della frenesia del quotidiano riempito fino all’orlo di mille impegni improrogabili e cose da fare.

Ma tutto questo correre incessante dove ci ha portati finora? Ad essere più felici, più soddisfatti, più appagati? O, forse, semplicemente più soli nell’illusione della moltitudine di input e di persone con le quali ogni giorno interagiamo, rincorrendo l’ennesimo traguardo o obiettivo.

Oggi non possiamo uscire più da casa se non con restrizioni severissime e affermiamo di sentirci soli, annoiati, depressi alla ricerca di quei meccanismi di compensazione che, là fuori, ci aiutavano ad affrontare il nostro vivere comune.

Ma la vita non è riempire vuoti, quello che, forse, un po’ tutti stiamo facendo in questo periodo di quarantena con un uso smodato di cibo, internet, gruppi whatsapp, video che spopolano su Facebook, Netflix, serie tv, televisori accesi h24.

La situazione di emergenza è, ormai, in questi giorni diventata mondiale, a tal punto che l’Oms ha dichiarato lo stato di Pandemia.

Gli ospedali sono già al collasso, il personale medico sanitario è esausto, tante persone ci hanno già lasciato e altre, invece, hanno vinto la loro battaglia contro la malattia.

La Vita è saper stare nel “Grande Vuoto”, il potenziale grezzo per tutto quello che può essere o sarà, è respirare nella precarietà, nell’incertezza del domani, è vivere nell’oscurità di un seme prima che si apra alla luce della sua manifestazione, senza per forza riempirci di qualcosa da fare a tutti i costi.

La Vita in questo momento ci sta chiedendo di centrarci, di essere presenti a noi stessi, di tornare a fluire ad un ritmo più lento, quello del nostro Cuore, che se batte troppo forte ci fa sentire preoccupati e agitati, mentre se batte troppo piano ci fa sentire stanchi e affaticati.

Ciascuno di noi, rimanendo nel silenzio delle nostre case interiori, può trovare il modo di sintonizzarci con il ritmo vitale del nostro Cuore.

Siamo la linfa che ci nutre e dà la vita, siamo Esseri Divini, ma l’abbiamo dimenticato da troppo tempo ormai.

Abbiate fede: ogni cosa accade sempre per un bene più alto.

Restiamo a casa, nella casa della nostra Anima.

Ilaria

 

 

 

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